Applausi e ovazioni per l’Otello di Gregory Kunde

Eccezionale la Desdemona di Francesca Dotto e Luca Micheletti nel ruolo di Jago

Recita del 14/o1/2024 – Teatro Comunale di Modena.

La coproduzione di questo Otello del maestro Giuseppe Verdi è della Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara e Teatro Sociale di Rovigo. Un’importante sfida, vinta, per l’allestimento di un’opera di straordinaria potenza e forza drammaturgica tratta dal testo Shakespeariano. Il ruolo del titolo è un punto d’arrivo per tutti quei tenori che possono permetterselo, e oggi sono pochi. Il ricordo dell’interpretazione dell’Otello di Mario Del Monaco è sicuramente scomodo per chiunque voglia affrontare questa partitura densa di un flusso musicale continuo e di pagine immortali che Verdi scrisse all’insegna di un rinnovamento di struttura sonora tra testo e musica.

I giovani cantanti che seguono questo portale sanno bene quali difficoltà comporta affrontare questa partitura, spesso interpretata con esasperazione vocale e troppo forzata. Il tenore statunitense Gregory Kunde ci ha offerto invece un personaggio tutto suo che non rispecchia il “Moro di Venezia” pervaso da cieca ira dovuta alla gelosia ma piuttosto un personaggio tormentato, interiorizzato, un’interpretazione introspettiva di un Otello lacerato dall’ossessione del tradimento e imprigionato dai fantasmi che vivono in lui causa la manipolazione di Jago. Un Otello intenso nel duetto d’amore e devastato in “Dio mi potevi scagliar”.  

Gregory Kunde, considerato uno dei più eleganti belcantisti sulla scena lirica attuale e che negli ultimi anni ha affrontato pagine Verdiane impegnative, come appunto l’Otello, gode di una solida tecnica vocale che gli consente, ancora oggi, una linea di canto ammirabile.

Di fianco a lui una Desdemona che ha commosso e affascinato il pubblico per la sua ineccepibile qualità vocale, di un lirismo affascinante e dall’interpretazione misurata ma intensa. Il soprano Francesca Dotto ha ottenuto ovazioni e calorosi applausi dal pubblico.  

Luca Micheletti (Jago), attore cantante, ci ha offerto un’interpretazione scenica del personaggio puntando su un cinismo che lo accosta allo Scarpia pucciniano, la sua anima nera affiora con le note dal timbro scuro ed inquietante, nel suo “Credo” emergono le contraddizioni che il ruolo impone.  

Completano il cast Antonio Mandrillo (Cassio), Andrea Galli (Roderigo), Mattia Denti (Lodovico), Sayumi Kaneko (Emilia), Eugenio Maria Degiacomi (Araldo).

Le scene di Domenico Franchi sono essenziali, volutamente scarne e apparentemente semplici (in realtà è una costruzione complessa ed imponente) ma estremamente efficaci per un Otello senza tempo e senza spazio, funzionali per il risalto delle voci piuttosto che della ricchezza delle scene. Un allestimento pulito ma incisivo che il regista Italo Nunziata ha voluto intendere come “spazio chiuso/prigione mentale” con trasposizione dell’azione nell’Ottocento, con costumi creati da Artemio Cabassi che è sicura garanzia di buon gusto e raffinatezza, con l’intento di portare in scena un “dramma borghese”. La teatralità della scrittura drammaturgica viene resa al meglio.

L’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini, diretta da Leonardo Sini, è stata impeccabile come sempre, bene il Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto dal maestro Corrado Casati e le voci bianche del Conservatorio Nicolini di Piacenza dirette da Giorgio Ubaldi.

(Foto di Rolando Paolo Guerzoni)